giovedì 10 dicembre 2009

Il paesaggio toscano patrimonio a rischio per troppi lacci

Continua il dibattito sull’urbanistica in Toscana, che ha menato sempre vanto della difesa dei suoi paesaggi unici al mondo, patrimonio estetico ma anche economico grazie al turismo. Un dibattito innescato e alimentato dai frequenti scandali edilizi in cui la politica appare pesantemente invischiata anche grazie alla farraginosità delle leggi da lei ideate.
Le nostre città, anche in Toscana, che non ha mai fatto eccezione, sono ormai soffocate a causa dell’inerzia, dell’impossibilità di avere un’intuizione chiara degli sviluppi che le strutture avrebbero avuto, dell’incapacità di prevedere la straordinaria forza germinante dei fenomeni in atto, degli interventi settoriali non sempre inquadrati nel piano generale del territorio, del malcostume e della speculazione anche. I nostri centri storici languiscono in un degrado che si nutre del disinteresse di amministratori culturalmente impreparati e inoltre miopi di fronte alle potenzialità economiche che il nostro patrimonio artistico possiede. La qualità della vita nelle città e nei luoghi di lavoro va peggiorando mentre, considerando le potenzialità tecniche di oggi, sarebbe ragionevole attendersi il contrario.
E ancora, nonostante un contesto legislativo così complesso da essere controproducente, manca una politica adeguata per il problema dell’inquinamento, per il microambiente domestico, per il problema della qualità delle costruzioni. La nostra classe dirigente continua a proporre grandi opere che non si realizzeranno mai, come i grattacieli pendenti per Fiera Milano o il ponte sullo stretto di Messina, trascurando di intervenire su problemi concreti la cui soluzione potrebbe essere alla nostra portata.
Dobbiamo invece agire eticamente senza perdere tempo a recriminare e comprendere che l’Italia è delicata e va protetta e curata. Occorre mettere in sicurezza il territorio, curare le ferite urbane, rendere fruibili i nostri monumenti e la nostra arte, difendere la biodiversità, salvare la bellezza e lasciarsi salvare dalla bellezza, questa è la grande opera di cui c’è disperato bisogno.
LA NAZIONE

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