martedì 16 febbraio 2010

Il Chianti Classico sguinzaglia gli 007 del vino

In prima linea per combattere il Tuscan sounding, il tarocco dei prodotti agroalimentari toscani a denominazione di qualità. Dopo quelli dell’olio (già due in attività), del pecorino (uno) e del prosciutto (uno), ora arrivano anche quelli del vino. A sguinzagliarli per supermercati, enoteche, gastronomie e magari anche pizzerie e ristoranti sarà il consorzio del Chianti Classico, il Gallo Nero, che aveva già battuto tutti con un’altra novità: era stato il primo a garantire agli appassionati e ai consumatori la rintracciabilità via sms di ogni singola bottiglia uscita dalle cantine dopo il 2004 (volete provare? cliccate su www.chianticlassico.com nell’area “Tracciabilità” o mandate un sms al 366 3333603 con il numero seriale e il formato della bottiglia indicati sulla fascetta). Gallo Nero che con i suoi 35-40 milioni di bottiglie (200mila quintali nel 2009) è stato appena sfiorato dalle “vinopoli” che si sono abbattute sul Vigneto Toscana tra l’aprile 2008 e il dicembre 2009, e che oggi e domani alla Stazione Leopolda di Firenze sfodera il miglior sorriso per presentare al mondo le sue ultime annate, il 2008 e la riserva 2007, nonché i primi assaggi di un 2009 che promette già abbastanza bene. Avranno un tesserino di ricono scimento. Potranno prelevare campioni o intere bottiglie, se si renderanno conto che non c’è conformità a quanto impone il disciplinare, nel contenuto, nella confezione, sull’etichetta. Potranno fare verbali per proporre sanzioni, insomma fare multe, anche salate: da 3mila fino a 50mila euro. Multe che poi dovranno essere pagate all’Icq-Rf. Proprio con lo stesso iter delle contravvenzioni stradali. “Gli agenti sono riconosciuti legalmente, e la loro attività rappresenta una ulteriore garanzia per il consumatore”, spiega Giuseppe Liberatore, direttore del Consorzio Chianti Classico. Che aggiunge: “Devono conoscere bene il prodotto che vanno a esaminare e la legislazione, e sono formati in un corso per sapere come contestare le difformità”. Ma il vino non è il primo sapore di Toscana a vantare i propri 007. Gli agenti vigilatori attivi in Toscana sono già quattro: Fiammetta Nizzi Grifi per l’Olio dop Chianti Classico, Andrea Soderi per l’Olio dop Terre di Siena, Daniele Corti per il Pecorino Toscano dop e Walter Giorgi per il Prosciutto Toscano dop. E proprio Giorgi, 34 anni, un passato nelle cantine Antinori, racconta volentieri la sua attività: “Si stila - spiega - un piano con l’Ispettorato controllo qualità, poi si parte con le visite. In tutta Italia, certo, perché il nostro prodotto può essere venduto ovunque”. Che cosa va a a cercare? “Sul prosciutto - dice - ci deve essere il marchio a fuoco della Regione Toscana, e un cerchietto di metallo con la dicitura PT e il mese di inizio della stagionatura”. Di irregolarità clamorose, però, non ne ha riscontrate. Almeno nei negozi. Più facile beccare i “furbetti” invece on line. “Su Internet - racconta - ho visto dei bellissimi sgambati, senza osso, spacciati per toscani a 24,80 euro al chilo. O un prosciutto intero a 245 euro. Prezzi alti, fra l’altro. Ma lì ancora non posso agire”.
FONTE La Nazione

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