martedì 9 marzo 2010

La Toscana e il percorso Ue verso un turismo sostenibile e competitivo: il punto sul progetto Necstour

FIRENZE. «Un network aperto di regioni europee», il cui scopo è «sviluppare e rafforzare una struttura coerente per il coordinamento di progetti di sviluppo regionale e per la ricerca sul turismo sostenibile e competitivo», e che percorre la strada indicata dalla Commissione europea (comunicazione 621 del 19/10/2007) per la definizione di una "agenda europea del turismo sostenibile e competitivo".

Questa, secondo il sito che l'Ue dedica all'iniziativa, è la ratio del progetto Necstour, nato nel novembre 2007 alla conferenza Euromeeting di Firenze e che oggi unisce in una rete comune oltre 30 regioni europee (tra cui, oltre alla Toscana, la Catalogna e il distretto francese Paca - Provenza, Alpi, costa Azzurra - facevano parte delle 15 regioni fondatrici e costituiscono tuttora il "nocciolo" operativo del progetto) e vari altri stakeholder, sia pubblici (università, enti di ricerca) sia privati.

Per garantire i flussi finanziari di sostegno agli enti locali interessati, la Toscana ha attivato il "Progetto speciale di interesse regionale" che ha preso la denominazione di "Toscana turistica sostenibile e competitiva". Per la sua implementazione sono stati stanziati 600.000 euro per il secondo semestre del 2009 (quindi per i primi progetti presentati, che saranno coperti all'80% da fondi regionali) e un totale di 2 milioni di euro in 3 anni. Quattro i filoni principali di intervento secondo la Regione: «il potenziamento dell'Osservatorio regionale del turismo sostenibile, la creazione di una rete di destinazioni turistiche per sperimentare il modello operativo elaborato dalla rete Necstour, attività di ricerca e innovazione in questo settore specifico e la promozione della partecipazione, comunicazione e informazione».

Come già greenreport aveva evidenziato (vedi link in fondo alla pagina), si attuano quindi emolumenti di fondi comunitari di sostegno al turismo (e questo è "bene", soprattutto per regioni come la Toscana, dove il turismo rappresenta - dato Irpet 2008 - il 5,6% del Pil regionale), ma si vincolano questi emolumenti all'attuazione di misure per la sostenibilità ambientale e sociale (oltre che per la competitività, e quindi per la stessa sostenibilità economica) di questo turismo: e questo è "meglio", per chi sostiene un modello di sviluppo in cui è il pubblico a dare la spinta determinante all'auspicabile riconversione ecologica del sistema socio-economico. Inoltre le risorse derivanti da Necstour, o comunque ad esso correlate, saranno investite anche per il sostegno ai Piuss (Progetti integrati urbani di sviluppo sostenibile) presentati dai vari comuni della regione, e saranno vincolate anche all'attivazione di elementi di partecipazione civica e amministrativa per le comunità locali interessate.

Ma particolarmente interessante è anche l'aspetto relativo alla creazione della "rete di destinazioni turistiche per la sperimentazione del modello Necstour": nei comuni che hanno ottenuto l'accesso al primo bando (nella categoria città d'arte/affari Fiesole e Tavarnelle val di Pesa, nel balneare San Vincenzo e Forte dei marmi, nel settore campagna/collina Barberino del Mugello, per la montagna l'Abetone, nel filone termale Montecatini e Chianciano, per la Francigena Siena e San Gimignano) saranno tra le altre cose attivati degli "Osservatori turistici di destinazione", che la Regione definisce come dei «sistemi permanenti di confronto e di misurazione dei fenomeni collegati al turismo».

Gli osservatori costituiscono più specificatamente una «sperimentazione di modelli e attività di dialogo sociale e di misurazione dei fenomeni nell'ambito della sostenibilità e competitività del turismo»: la strada è quindi quella che prevede da una parte una impostazione partecipativa del "nuovo" turismo che si prende come obiettivo focale, nel senso che i progetti di sviluppo saranno vagliati anche dalle comunità (e non solo dagli organi dirigenziali) locali. Dall'altra parte, la strada intrapresa conduce anche alla misurazione (ad esempio con inchieste mirate e attendibili riguardo a quali elementi di sostenibilità abbiano comportato, da parte del turista, l'orientamento sulla destinazione prescelta, e/o se l'assenza di questi elementi avrebbe portato alla scelta di un'altra destinazione, ecc.) del valore aggiunto dato dall'impostazione dei progetti di sviluppo in direzione della sostenibilità. E sono, entrambi questi elementi citati, forti motivazioni per auspicare che l'iniziativa abbia il successo sperato, e che per ora sta dimostrando a giudicare dall'alto numero di progetti presentati, molto superiore a quelli inizialmente ipotizzati.
FONTE: http://www.greenreport.it

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