domenica 14 marzo 2010

L’agriturismo ha retto alla crisi

Alla crisi economico-finanziaria l’agriturismo ha risposto in modo soddisfacente, grazie ad una consolidata popolarita’ e alla generalizzata crescita della qualita’ dell’accoglienza. Ma lo stress per le imprese e’ stato fortissimo, anche a causa della concomitante acuta difficolta’ del settore agricolo, di cui l’attivita’ agrituristica e’ “figlia”. E’ la valutazione di Agriturist, aderente a Confagricoltura, che giovedi’ presentera’ la nuova guida Agriturist 2010, nel corso di un convegno su “L’agriturismo sfida la crisi”. A questo si aggiunga che, sia pure con qualche rallentamento, l’offerta di ospitalita’ “in fattoria” continua a crescere, e cresce anche l’abusivismo turistico, soprattutto rurale, rendendo la concorrenza, leale e non, sempre piu’ incisiva.
I rilevamenti di Agriturist mettono in evidenza che, nel 2009, il 40% delle aziende ha sofferto una riduzione delle presenze, spesso superiore al 10%; un altro 40% ha confermato sostanzialmente i risultati dell’anno precedente; il restante 20% e’ riuscito addirittura ad incrementare gli ospiti.
L’esperienza positiva di questo 20% dovra’ essere presa a riferimento per la difficile sfida del 2010, costruendo le premesse della ripresa su tre punti fondamentali: caratterizzazione del fattore agricolo dell’accoglienza; promozione dinamica tramite internet; alimentazione del passaparola positivo.
In questo sforzo, le imprese non possono essere lasciate sole. La competitivita’ del settore deve essere efficacemente sostenuta, nel quadro di politiche statali e regionali che preservino le risorse turistiche, riconoscano in pieno il ruolo strategico dell’agricoltura e semplifichino il sistema normativo e burocratico.Agriturist indica alcuni problemi precisi:ridurre l’IVA sui servizi turistici per contenere i prezzi, salvaguardare i redditi, allinearla con quella dei principali competitori europei; sostenere programmi di formazione degli operatori, soprattutto per migliorare la capacita’ di usare internet per la promozione della propria azienda; contrastare l’abusivismo turistico attraverso controlli a campione indirizzati verso chi opera in forma imprenditoriale senza le necessarie autorizzazioni; frenare il consumo di suolo agricolo e la distruzione del paesaggio che sono strumenti base per lo sviluppo turistico e, particolarmente, agrituristico; favorire l’occupazione attraverso una migliore definizione dei contratti collettivi che tenga conto della specificita’ dell’offerta di lavoro proveniente dall’agriturismo; introdurre, nei programmi degli istituti di istruzione turistica, temi legati alla gestione del turismo rurale e alla promozione delle risorse territoriali.(AGI)

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