domenica 20 marzo 2011

Turismo in Italia: tendenze e caratteristiche

Il turismo italiano, nei primi nove mesi del 2010, ha fatto rilevare riduzioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sia sul fronte delle presenze (-1,3%), che, più lievemente, su quello degli arrivi (-0,4%).
A riportare le maggiori criticità, secondo i dati Istat, sono stati gli italiani, che hanno generato 43 milioni di arrivi e circa 180 milioni di presenze, in calo entrambi, del 3,5%.
Le incertezze legate al lavoro e alle ridotte disponibilità economiche hanno portato gli italiani a rivedere le loro scelte di consumo, talvolta subordinando le stesse partenze a eventuali offerte dell’ultimo minuto. Parallelamente, le presenze hanno subito gli effetti della ricerca di una maggiore convenienza grazie ai soggiorni spesi nelle seconde case o come ospiti di parenti e amici.
Dei comportamenti degli italiani ne hanno risentito maggiormente le strutture ricettive di natura extralberghiera, con arrivi e presenze in calo di oltre il 4%, mentre gli esercizi alberghieri si sono attestati su contrazioni del -3,2%.
Anche in questo caso, la maggiore rigidità dovuta alle aperture stagionali e a una minore flessibilità rispetto alla variabile prezzo, contribuisce a spiegare il quadro di un turismo che fatica ancora ad uscire da una crisi economica e finanziaria di portata ampia.
Fa ben sperare, invece, la ripresa del turismo internazionale di cui ha beneficiato anche il nostro paese. L’appeal dell’Italia, infatti, resiste tra gli stranieri e la domanda turistica estera, nei primi nove mesi del 2010, è aumentata, raggiungendo quota 35 milioni e 800 mila arrivi, +3,7% rispetto allo stesso periodo del 2009 e 141 milioni di presenze (+1,7%).

2009: panorama statistico
L’andamento rilevato nei primi nove mesi del 2010 fa seguito ad un 2009 di sostanziale stabilità, che ha registrato un numero complessivo di arrivi pari a circa 95 milioni e mezzo (-0,1%) e un volume di presenze totali superiore a 370 milioni e mezzo (-0,8%).

I comportamenti dei turisti italiani e stranieri nel 2009 sono stati diversi rispetto a quelli che si vanno configurando secondo i primi dati Istat 2010. Il settore, infatti, ha tenuto soprattutto grazie alla domanda italiana, che ha preferito le destinazioni interne. Gli arrivi di italiani, pari a 54 milioni e 300 mila, sono risultati in aumento del 1,2% rispetto al 2008, mentre le presenze (211 milioni e 200 mila circa) sono rimaste pressoché stabili (-0,3%).
Gli stranieri, invece, complessivamente circa 41 milioni e 100 mila, sono diminuiti (-1,6%) generando anche un minor numero di pernottamenti (-1,4%), corrispondente a circa 159 milioni e 500 mila.
La situazione di sostanziale pareggio è stata determinata da un calo delle imprese alberghiere (-2% nelle presenze e -1% negli arrivi), unito, contemporaneamente, ai buoni risultati raggiunti dal settore complementare (+4,3% negli arrivi, + 1,8% nelle presenze).
Oltre il 66% dei pernottamenti totali sono concentrati nelle strutture ricettive alberghiere, soprattutto di categoria media (3 e 4 stelle). Il restante, si distribuisce fra gli esercizi complementari, preferendo soprattutto campeggi, villaggi turistici e alloggi in affitto.

La permanenza media del soggiorno dei turisti in Italia ha sfiorato i 4 giorni, rimanendo quasi invariata rispetto al 2008.
Le regioni più visitate, in termini di presenze, sono state: Veneto (60 milioni 400 mila), Trentino-Alto Adige (43 milioni 300 mila), Toscana (40 milioni 900 mila), Emilia Romagna (38 milioni 200 mila) e Lazio (30 milioni 450 mila), mentre la top 5 delle province vede nell’ordine: Venezia, Bolzano, Roma, Rimini e Verona.
Se le città di interesse storico-artistico hanno confermato il loro appeal, soprattutto tra gli stranieri (91 milioni di presenze complessive), sono state le località balneari quelle più frequentate dai turisti, registrando quasi 117 milioni di presenze.
I mercati esteri che più amano il nostro paese sono stati Germania (47 milioni e 300 mila presenze), Paesi Bassi (10 milioni e 800 mila presenze), Regno Unito e Francia (entrambe circa 10 milioni e 400 mila), mentre fra i Paesi extra-Ue primeggiano Stati Uniti (10 milioni) e Svizzera (7 milioni e 300 mila).
FONTE: ISTAT

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