sabato 18 gennaio 2014

Albergatori, diventate costruttori di sogni!

Ogni anno a gennaio tutto il settore del web marketing turistico è in fermento per rispondere sempre alla stessa identica domanda: quali sono le best practice da adottare per l’anno nuovo? Su cosa deve concentrarsi l’albergatore? Non si fa che parlare di nuove tecnologie, di nuovi device, di nuove strategie di revenue management. A volte sembra che il focus di tutto si sia spostato su un piano pericolosamente inclinato che privilegia l’online rispetto all’offline. Mentre i due universi sono complementari e anzi, il primo nasce e cresce solo grazie al secondo. Noi possiamo insegnarvi a curare il vostro sito ufficiale, a leggere i dati della web analytics, a ottenere il massimo dalle campagne social o PPC. Ma questo resterà sempre il corollario di un teorema da cui deriva ogni cosa: il saper fare ospitalità e accoglienza in linea con le aspettative del cliente. A volte superandole. 2014: un anno sfidante Non sono i cambiamenti di Google o i nuovi metamotori di ricerca che dovreste temere in questo 2014. Sono casomai le esigenze di un pubblico in continuo cambiamento, sempre più esigente e, soprattutto, assetato di genuinità e di diversità. Nell’articolo L’Economia delle Relazioni: cosa sarà del Turismo nei prossimi 10 anni, realizzato dal gruppo IHG per identificare le nuove tendenze in fatto di ospitalità, si delinea con chiarezza questo nuovo viaggiatore: “Nel futuro i rapporti umani diventeranno una vera e propria moneta, una nuova ‘economia delle relazioni’ in cui i consumatori si aspettano soprattutto un’esperienza di viaggio che sia unica e rilevante. Per gli hotel, questo significherà ridefinire l’approccio del servizio e personalizzarlo in modo da poter costruire relazioni sociali con i clienti a un livello ben più profondo.” L’utente di oggi, di contro alla globalizzazione imperante in ogni settore, sembra muoversi a caccia dell’esperienza di viaggio “definitiva”. Un’esperienza che sfugge al pacchetto preconfezionato, ai luoghi comuni e alla standardizzazione per trasformarsi in qualcosa di sommamente personale e individuale. Questa per noi è la sfida più alta del 2014 per l’hotel: quanto sarete capaci di personalizzare e diversificare l’esperienza di viaggio del vostro ospite? Per elevarvi al di sopra della massa uniforme di hotel su portali e intermediari ci vuole ben più di un buon sito e di un buon booking engine: ci vuole uno sforzo che superi il concetto stesso di Ospitalità come oggi la intendiamo. D’altronde ne va dei vostri guadagni e delle vostre percentuali di disintermediazione. Solo gli hotel che avranno una marcia in più, che sapranno creare un’esperienza “customer-centric” e spingersi fino all’ “overdeliver”, potranno sfruttare le opportunità offerte dalla democrazia delle recensioni e superare indenni le difficoltà di emergere online. Diventare costruttori di sogni Se la prima fase del processo decisionale che guida l’utente alla prenotazione del viaggio è il sogno, allora l’hotel deve diventare “costruttore di sogni”. Diciamo la verità: chi viaggia lo fa da sempre per mille motivi, ma soprattutto per fuggire dalla realtà. Per due giorni, due settimane o un mese, l’ospite “stacca la spina”: mette la sua vita comune in modalità off e il sogno in modalità on. È in questo contesto che l’hotel deve diventare un’esperienza dentro l’esperienza, un viaggio dentro il viaggio. Coprotagonista attivo nella costruzione del sogno assieme al viaggiatore stesso. Dovrete essere capaci di creare un’esperienza che – passatemi la banalità – sia davvero unica e indimenticabile. Qualcosa che resti indelebile nella mente del viaggiatore. Un’esperienza che cominci lontano, magari sulle pagine di un blog o sulla bacheca di un social network e che poi si concretizzi in realtà, nel soggiorno vero e proprio. Come si diventa costruttori di sogni? Nei nostri innumerevoli corsi di formazione in tutta Italia abbiamo conosciuto molti albergatori. Ce ne sono alcuni che non dimentichiamo: hotel piccoli, con un sito ufficiale disastroso, magari persino senza booking engine, ma che vanno alla grande. Occupazione sempre alta, alto tasso di disintermediazione e una brand reputation da far invidia al Burj-al-Arab. Che cosa li distingue dagli altri hotel? In primis la totale devozione all’ospitalità nel vero senso della parola: questi albergatori e il loro team hanno l’ospitalità nel DNA e non si accontentano se non di dare il massimo ai loro ospiti, anche a scapito delle revenue a breve termine. In secondo luogo, sono capaci di ascoltare. Lo abbiamo scritto la scorsa settimana nell’articolo Identikit del perfetto albergatore 2014: saper aprire le orecchie, in hotel come sul web, è una conditio sine qua non per costruire un’esperienza di viaggio che soddisfi davvero appieno l’ospite. In terzo luogo, questi albergatori hanno saputo, anche nel loro piccolo, strutturare una Unique Selling Proposition forte e solida difficilmente replicabile. Detto questo non voglio dire che l’albergatore debba concentrarsi solo sull’ospitalità senza tener conto delle buone pratiche di web marketing, ma tutto ciò che è tecnologico deve essere al servizio della buona ospitalità e non viceversa. Perché un bel sito internet non può colmare le inefficienze del servizio, come una bellissima camera non può, da sola, permettervi di raggiungere il top delle classifiche su TripAdvisor. Non c’è una formula magica per diventare costruttori di sogni, ma lasciatemi dire che la strada per diventarlo è lastricata di coraggiose scelte, non di buoni propositi. Fermatevi e ascoltate. Imparate a farvi guidare non dalle esigenze di portafoglio, ma dalla percezione di ciò che sta a cuore ai vostri ospiti. E pensate in grande, siate creativi, osate. Imparate a cambiare come cambia il mercato e come cambiano i vostri clienti. Non vi accontentate di essere bravi, ma abbiate il coraggio di essere diversi. Non solo dai vostri competitor vicini, ma da tutti gli altri hotel al mondo. Avete tutti gli strumenti per farlo: tecnologici e non. - See more at: http://www.bookingblog.com/albergatori-costruttori-di-sogni/?utm_source=BB-Weekly-Newsletter&utm_medium=Newsletter&utm_campaign=BB-Weekly-Newsletter#sthash.xrHzefoF.dpuf

Mountain Bike: nasce il Tuscany Trail, avventura in bici per 600 chilometri

Fondendo la natura e la cultura di questa regione è stato concepito il Tuscany Trail, itinerario di 600 km da percorrere in bicicletta. Questo splendido tracciato attraversa la Toscana da Nord a Sud tra sentieri, strade bianche e strade secondarie. Alla natura incontaminata delle Alpi Apuane, dell’Appennino Toscano, della Val d’Orcia e dell’Argentario si aggiungono le bellezze di città d’arte quali Firenze, San Gimignano, Siena, Pienza, Radicofani e Pitigliano. Il tracciato, creato dall’esperienza di anni di viaggi in bicicletta, si snoda anche per alcuni tratti dell’Eroica e della Via Francigena. Il Tuscany Trail nasce dalla voglia di importare in Italia un concetto di sport nato oltre Oceano, non si gareggia più contro un avversario ma contro se stessi. Questa infatti non è una gara ma un’avventura, una sfida per chi si vuole mettere alla prova. Chi coglierà questa sfida si cimenterà sull’intero tracciato cercando di impiegare il minor tempo possibile. Un’emozione unica da poter percorrere 12 mesi l’anno. Il primo evento di ultra endurance per Mountain Bike d’Italia partirà il primo maggio da Piazza Aranci a Massa e terminerà a Capalbio. Le iscrizioni sono già aperte.

Turismo del lusso in ottima salute in Italia, la Toscana al top per i wine resort

Il turismo di lusso si mantiene in buona salute: se due anni fa solo il 35% dei clienti prenotava più di quattro viaggi di lusso, oggi questa percentuale è lievitata al 51%, merito senza dubbio delle due economie in piena espansione, Cina e Brasile, ma anche della vecchia Europa grazie alla Germania e Regno Unito: il panel tedesco fa infatti emergere un 100% di clienti ad alto reddito che prenotano più di 4 vacanze nell’arco di 12 mesi; bene anche il Regno Unito con il 63%. E’ quanto emerge dal monitoraggio Enit-Agenzia nazionale del turismo sulle previsioni per il 2014 pubblicato oggi sul sito dell’Agenzia. Canonici i periodi di viaggio, quasi a conferma che, di fatto, il turismo alto contribuisce poco a destagionalizzare (si parla infatti di dicembre, luglio e agosto). La spesa media oscilla tra 5 e 10 mila euro; e non sono i paesi emergenti a spendere di più, ma lo fa il Regno Unito con oltre 10 mila euro. Il 69% acquista pacchetti completi in agenzia di viaggio o con tour operator. Anche lo shopping di prodotti d’alta gamma dei turisti stranieri sta viaggiando a tassi di crescita da record. Sono soprattutto i viaggiatori provenienti da Russia, Cina, America, Messico Brasile, Giappone, a salvare in questo momento il conto economico italiano dei principali big brand. A dare maggiori soddisfazioni ai negozianti sono decisamente i cinesi: la spesa media è di quasi 900 euro per lo più mirata al genere lusso. Ad attrarre il turismo cinese non sembrano tanto le belle arti ma soprattutto lo shopping. Nel 2012 la spesa Tax Free dei turisti cinesi è aumentata del 68% per lo shopping Made in Italy, prevalentemente rivolto al settore moda e gioielleria. A livello di prodotti, si fanno strada i wine resort che solo in Toscana sono 65, di cui una quindicina di super lusso. Il numero di wine resort fa della Toscana una delle destinazioni internazionali del turismo del vino di fascia alta. L’enoturismo sta sempre più divenendo uno di quei prodotti che contribuisce ad ampliare e arricchire il ventaglio di offerta della destinazione Italia. Fonte: ANSA

martedì 14 gennaio 2014

Marketing: cosa succede nel turismo quest’anno

I marketer di Net Affinity, specialista irlandese specializzata che produce anche l’omonimo booking engine per alberghi, segnalano una lista di tendenze significative per stare sul mercato nel 2014, raccolte sui media di settore e sui blog. Sono questioni che di certo riguardano gli alberghi, ma in genere interessano qualsiasi impresa del turismo che abbia un sito e voglia rendersi visibile sul web ai propri clienti effettivi, e soprattutto potenziali. Net Affinity confronta le tendenze con le esigenze espresse dai propri clienti, e con i risultati percepibili di ogni intervento innovativo sul loro assetto commerciale e promozionale. Mobile in progress. Crescono ancora i booking che gli hotel ricevono da smartphone e tablet, si dice (su Daily Travel News) che saranno la metà del totale entro il 2017. Sempre più video. L’anno scorso l’81% dei booking online sono stati effettuati dopo che l’utente aveva guardato un video sull’hotel (da The 2013 Traveller, Eye for Travel). Parole chiave ‘not provided’. Sempre più gli utenti internet raggiungono il sito dell’hotel con parole chiave che nei dati analitici risultano ‘not provided’, pare che al momento accada sull’80% delle visite, delle quali non si può tracciare la ricerca. Accade perché dal 18 ottobre 2013 gli utenti loggati con un account di Google sono reindirizzati da www.google.com alla versione crittografata https://www.google.com: per proteggere la privacy delle proprie ricerche, dicono le note ufficiali di Google, mentre molti ritengono che il motivo sia decisamente commerciale. E così ora chi ha un sito con strumento di web analytics non può più sapere quali parole chiave hanno generato le proprie visite. Il danno è serio per gli specialisti di search engine optimization, che hanno molti meno strumenti di lavoro. E sembra che entro i primi tre mesi di quest’anno saranno criptate il 100% delle chiavi di ricerca. Tempo di ReMarketing, su misura. Il 96% di quelli che visitano un sito non diventano clienti. Il ReMarketing aiuta a raggiungerli e farli tornare. Sembra che sarà una delle tendenze emergenti di quest’anno (da The Moz Blog). Olta contro booking diretti. Un viaggiatore potenziale, dato ormai universalmente assodato, visita oltre 20 siti prima di comprare e prenotare. Quest’anno si farà ancora più energica la guerra tra le olta che li intermediano a costi spesso molto alti, e gli hotel che vogliono recuperare margini dai booking diretti sui loro siti. Metasearch. Sono in piena fioritura i motori che confrontano le tariffe su altri siti e online agency. Gli hotel quest’anno dovranno servirsene nella loro guerra contro le olta (vedi sopra). Ricerca semantica. Nuovo sviluppo della ricerca online: non si usano più una o più parole chiave, ma il linguaggio corrente, quello che si usa parlando con un amico. Il sistema semplifica la gestione dell’informazione non strutturata, e promette risultati più precisi e veloci. Forse, perché per ora sono in molti a non crederci affatto. Google Local Carousel. È la nuova funzione che il motore di Mountain View ha lanciato l’anno scorso anche in Europa per la ricerca di location ed eventi locali, e quest’anno sarà estesa agli hotel. Carousel sfrutta le informazioni recepite sul territorio da Google Places o Google Plus e le riversa in una grafica originale, con più spazio per foto e informazioni. L’algoritmo del caso è frutto di Knowledge Graph, altra novità di Google che utilizza tutte le connessioni possibili tra i diversi elementi delle ricerche precedenti, parole chiave, condivisioni, emozioni espresse, consigli e recensioni: entrano in campo i nuovi strumenti che riescono a elaborare e interpretare Big Data. Il nuovo mondo multi-screen. Secondo tutti gli analisti il 2014 è l’anno in cui si vedrà davvero la capacità dei viaggiatori di muoversi da un attrezzo all’altro nel corso di un solo processo di ricerca e acquisto: PC, tablet, smartphone, indifferentemente. Social media marketing. Il 2014 è anche l’anno in cui sarà obbligatorio costruire traffico sul proprio sito utilizzando i social media, anche perché i motori di ricerca cominceranno a farli vedere sempre di più nei risultati delle loro ricerche. Sempre più Google Plus. E al proposito (vedi sopra) sembra che il social di Google emergerà nelle attenzioni degli specialisti di ricerca ottimizzata, collegandosi appunto a Google Carousel, ricerche locali e Google Now, l’assistente personale creato da Google per il mobile. Sempre più Analytics. Ancora notizie per i web marketer, che quest’anno potranno utilizzare l’ultima release di Google Analytics, ancora più sofisticata e comunque gratuita. Velocità strategica. La velocità di qualsiasi sito conta molto per i suoi utenti, ma ora pare che sarà sempre più importante per piazzarlo al meglio tra i risultati dei motori di ricerca. Geo-targeting. Altra tecnica di marketing per la quale è previsto un balzo di crescita quest’anno: è il sistema che consente di lanciare un messaggio, o un annuncio pubblicitario su un mercato geograficamente delimitato, ad esempio una regione, una provincia, una sola città, anche su un sito di portata nazionale o internazionale. - See more at: http://www.lagenziadiviaggi.it/notizia_standard.php?IDNotizia=173735&IDCategoria=1#sthash.G4GXDUkc.dpuf

domenica 5 gennaio 2014

Il fallimento annunciato di Booking.com e le altre OTAs – Ci siamo quasi?

Che niente (o quasi) è eterno lo sapevano anche i nostri antenati, ma che la situazione potesse cambiare così velocemente in questi ultimi anni, non ce lo aspettavamo di sicuro. Che i grandi colossi del booking online potessero subire perdite, potessero andare in crisi, potessero addirittura fallire come è accaduto ad una agenzia di Booking Online in Germania, era uno scenario del tutto inaspettato.
Facciamo due passi insieme per illustrare cosa sta accadendo, prendendo come esempio una tra le più grandi OTA nel mercato mondiale: Booking.com.
10 anni fa circa, per entrare in Booking.com dovevi fare quasi le carte false. Era un privilegio e sembrava che tu dovessi avere determinati requisiti per essere inserito nella loro lista degli alberghi. Essere su Booking.com era davvero un privilegio; prendevano solo poche strutture per zona, con caratteristiche particolari, con almeno 8 camere (e qui gli albergatori mentivano clamorosamente dichiarando di averne sempre più rispetto al reale). Insomma, entrare in Booking.com non era così semplice.
Elenco OTA nel mondo
Elenco OTA nel mondo
Ogni struttura inserita pagava il 15% di commissione per ogni prenotazione andata a buon fine. E di prenotazioni finalizzate ne facevano davvero tante: bene per le strutture e di sicuro meglio anche per loro considerando anche il fatto che avendo la sede legale in Olanda, non ci pagano nemmeno l’IVA e a noi non ce la rimborsano nemmeno. Va beh, ma che importa, l’importante è che arrivino prenotazioni come sabbia. Poi ci fu il grande passo: la possibilità di poter cambiare la percentuale della commissione da riconoscere a Booking.com, in modo da migliorare il posizionamento. Quindi, con percentuale più alta, posizione più alta e maggior visibilità = più prenotazioni. Lasciamo perdere il fatto che questo concetto è completamente contro tutte le strutture, che pur di vendere le camere, riconoscono alle OTA commissioni anche del 30%. Personalmente provai per una settimana a mettere la commissione al 30% per essere tra i primi risultati anche in altre città vicine importanti come Firenze. Ricevetti un buon numero di prenotazioni, ma pagai un tonfo di commissioni che mi fecero subito capire che il gioco non valeva la candela.
OGGI: il mio vicino di casa, che ha una seconda casa in collina con 2 camere, è su Booking.com. Ma come?! Come è possibile!? E’ una casa ed è su Booking? Con solo 2 camere vecchie e polverose! Qualcosa è cambiato.
Against OTA
Against OTA
Oggi Booking.com non fa più distinzioni: inserisce ogni tipo di struttura, grande o piccola, con tante camere o anche con solo 1 camera. L’importante è inserire, avere più strutture possibili, incassare più commissioni che può. Questo è lecito, ma significa anche abbassare il livello drasticamente. E’ giusto andare dietro ai tempi che corrono, ma non vendersi in questa maniera.
Poi alcune settimane fa, la strana notizia del fallimento di un’agenzia tedesca di Booking Online (www.corriere.it). Cosaaaa???? Cosa è successo? Quindi un attimo di riflessione è stato obbligatorio con alcune domande che mi martellavano fisso in testa: COME PUO’ FALLIRE UNA OTA? COME PUO’ FALLIRE UN GIGANTE COME la CLEVER HOTELS? QUALI SONO I MOTIVI?
Forse la troppa concorrenza, ma questa ipotesi regge davvero poco, in quanto anche quest’anno l’agenzia olandese ha ricevuto il premio come sito dell’anno per le prenotazioni online. E allora come mai?
Basta pagare le commissioni alle agenzie
Basta pagare le commissioni alle agenzie
Ed eccoci finalmente al dunque e grazie per essere arrivati a leggere fino a qui. Il punto è che i gestori si sono stancati di pagare commissioni alle OTA e ovviamente preferiscono avere le prenotazioni dirette. Quindi siamo passati alla realizzazione di ottimi siti internet e soprattutto splendidi e funzionali Booking Engine che ti fanno avere un sacco di prenotazioni dirette con un buon tasso di conversione. Tuttavia però non sempre è così e nonostante una differenza sensibile di tariffa tra le OTA e il proprio sito internet, spesso i clienti preferiscono prenotare con le OTA. I motivi vai a capirli, ma sembra che le OTA ispirino fiducia, più del contatto diretto con la struttura. La frase più gettonata da parte dei clienti è: “Ho sempre prenotato con loro (le OTA)”. Oggi però, complice la crisi, si va a caccia del miglior prezzo possibile. Quindi troveremo tariffe sempre più vantaggiose prenotando dal sito ufficiale della struttura per 2 motivi:
- le strutture risparmiano e non pagano il costo della commissione
- il cliente paga meno, ha dei servizi migliori e spesso anche qualche regalino extra
Ci stiamo spostando così verso una riapproprazione delle camere da parte delle strutture che vendono direttamente e una diminuzione delle prenotazioni provenienti dalle OTA. E questa è cosa buona e giusta.
Il problema della parity rate
Il problema della parity rate
Adesso però, come già segnalato nell’articolo su TripConnect, c’è il problema della parity-rate: non si può offrire un prezzo migliore nel proprio sito. Forse non ci avevamo mai fatto caso, ma quando abbiamo firmato i vari contratti con Booking.com, con Hotel.de, Initalia, HRS, Expedia, Venere e compagnia bella, abbiamo anche acconsentito a non offrire un prezzo inferiore nel proprio sito, rispetto a quello offerto dalle OTA. Ma vi rendete conto? E’ pura follia. E questo era un motivo per cui TripConnect non può stare in piedi, in quanto non puoi offrire una tariffa più bassa, altrimenti Booking.com per esempio ti scrive subito una bella letterina in cui ti dice di allineare le tariffe. (Ah, per inciso: chissà come saranno contenti gli sviluppatori di quei programmi che con un click ti allineavano tutte le tariffe delle OTA per garantire la parity-rate).
Allora cosa abbiamo fatto? Abbiamo cercato alcuni hotel che avevano aderito a TripConnect e che offrivano prezzi inferiori prenotando dal sito ufficiale (si parla di addirittura € 30.00 di differenza tra la prenotazione su Booking.com e il sito ufficiale). Poi abbiamo scritto a Booking.com dicendo che alcuni hotel non rispettavano la parity-rate e chiedevamo se la clausola era sempre valida.
Elenco alberghi a Parigi su Tripadvisor
Elenco alberghi a Parigi su Tripadvisor
Ci hanno risposto che non riescono a controllare tutte le strutture e che comunque avrebbero scritto direttamente agli hotel per far correggere le tariffe. Morale della favola? Dopo 3 mesi le tariffe sono rimaste sempre le stesse ed è sempre più conveniente prenotare dal sito ufficiale riportato su TripConnect che da Booking.com.
Ci siamo quasi, un altro passo ed arriviamo al nocciolo della questione.
Alcuni giorni fa cosa succede? Succede che
“La clausola del “miglior prezzo”, imposta dal portale HRS agli alberghi, costituisce una violazione del diritto della concorrenza. Lo ha stabilito il Bundeskartellamt (l’Autorità Antitrust tedesca), che ha vietato a HRS di continuare ad applicare la cosiddetta clausola
della nazione più favorita e ne ha ordinato la cancellazione dai contratti con gli hotel a partire dal 1º marzo 2014. Un analogo procedimento è stato avviato nei confronti dei portali Booking.com ed Expedia, che utilizzano clausole simili nei propri contratti [Fiat Flash].
Dunque quello che avevo previsto in questo articolo ha avuto la sua evoluzione. Ma la faccenda è drammatica, perchè non è che hanno cercato di far rispettare la parity-rate. No, anzi! La eliminano, per Diana!
E finalmente eccoci al punto: come mai viene eliminata la parity-rate? Come mai è meglio eliminare questa clausola invece che farla rispettare? Chi ha deciso questo? Chi hanno interpellato? E’ un bene o è un male? Chi c’è dietro a tutto questo?
Ad un primo impatto sembra davvero una cosa fantastica: posso offrire il miglior prezzo sul mio sito in modo che i clienti prenotano con me perchè risparmiano. Non riceverò più e-mail da parte delle OTA in cui mi dicono che ho violato la parity-rate. Olèèèèèè!
Ma la domanda rimane sempre aperta: perchè l’hanno eliminata? Ci siete già arrivati? Avete in mente come mai, vero? Esatto, c’è qualcuno dietro che ha spinto questa cosa. Se qualcuno non lo ha ancora capito, ve lo mostro io: ultimi passi.
Il fiasco dei Profili Aziendali di Tripadvisor
Il fiasco dei Profili Aziendali di Tripadvisor
Perchè aderire a TripConnect (pagando oltre € 780.00) se non posso offrire un prezzo più basso rispetto alle altre OTAs? E’ ovvio che a parità di tariffa il cliente sceglierà la OTA, per tutti i motivi già detti e ridetti (perchè è famoso, perchè ha sempre usato quello, perchè si fida di più, eccetera, eccetera, eccetera). Quindi l’albergatore proverà comunque ad offrire una tariffa più bassa se si prenota dal proprio sito, rischiando di essere contattato dalle OTAs per rispettare la clausola della parity-rate. Ed ecco che invece nessuno gli scrive dicendo di livellare le tariffe. Quindi la parity-rate va a farsi friggere. Anzi, viene fatta addirittura una legge che vieta la clausola a partire dal 1° Marzo del 2014. Perchè Booking.com non fa rispettare questa clausola? Perchè, come tutte le altre OTAs, ha stretto un accordo con Tripadvisor e prende un botto di quattrini. Hanno eliminato la parity-rate per consentire agli albergatori di offrire una tariffa più vantaggiosa su TripConnect. Questo comporta un incremento spaventoso di strutture che aderiranno a TripConnect di Tripadvisor, che pagheranno un sacco di soldi per i pay-per-click, che spenderanno in media € 3570.00 all’anno per attivare il profilo aziendale per poter avere TripConnect.
Quindi Tripadvisor paga tutte le OTAs per far sì che l’albergo possa mostrare tariffe più vantaggiose per il sito ufficiale delle strutture (così facendo si garantisce molti più clienti che aderiscono alla nuova piattaforma). Di conseguenza le prenotazioni sulle OTAs subiranno un calo spaventoso perchè i clienti prenoteranno la tariffa più bassa direttamente con il sito ufficiale e le nostre care OTAs che per oltre 20 anni ci hanno accompagnato (vivendo sulle nostre spalle) andranno inevitabilmente incontro al fallimento.
Anche perchè la previsione, seguendo questo ragionamento logico appena fatto, è che le strutture cancelleranno tutti i contratti che hanno con le OTAs per avere un unico e solo referente ed intermediario che è TripConnect. In effetti a conti fatti, sembrerebbe meglio pagare circa € 400.00 al mese a Tripadvisor e TripConnect che pagare le commissioni alle OTAs che ovviamente ammonterebbero a molto di più in fondo all’anno. Quindi la cosa migliore da fare sarebbe quella di chiudere tutti i contratti con le OTAs, abbonarsi ai profili aziendali di Tripadvisor, attivare TripConnect per la propria struttura e vendere le camere esclusivamente con il proprio sito ufficiale tramite TripConnect. Ma se ci pensate bene alla fine anche TripConnect è una nuova OTA. Perchè se su TripConnect esce il vostro sito ufficiale assieme a quello di Booking.com, siete già fregati e prenoteranno sempre con le OTAs.
Non pagare Tripadvisor per avere le tue prenotazioni
Non pagare Tripadvisor per avere le tue prenotazioni
E poi, dulcis in fundo, per far riflettere un pochino: affidereste la vostra attività esclusivamente ad una piattaforma di malandrini come Tripadvisor che non riesce nemmeno più a gestire le recensioni presenti sul suo sito? E con cui non è possibile nemmeno parlarci direttamente se non tramite avvocati? Alla fine, da portale di recensioni si è trasformato in un altro portale di prenotazioni on-line. E la vostra immagine nel mondo, la vostra pubblicità, il vostro intermediario, volete proprio che sia affidato solo a Tripadvisor?
Sta di fatto che continuando su questa strada, sì, le OTAs stanno andando incontro al fallimento, ma l’abolizione della clausola parity-rate di fatto non è affatto una bella notizia.
Come sempre attendo le Vostre riflessioni e correzioni. Auguro a tutti un ottimo 2014 carico di prenotazioni dirette a commissione 0%!
FONGE: http://guestadvisor.wordpress.com